Gli Interventi di questo numero sono dedicati alla medicina, alla biofisica e alla fisica.
L'intervento di Cesare Scandellari riguarda i paradossi in medicina. Secondo lo Zanichelli un paradosso è “una legge fisica il cui enunciato, pur essendo esatto, apparentemente sembra errato”. È quindi (nell'accezione più comune) un'apparente contraddizione che non mette in crisi la teoria normale. È però importante nel senso della comunicazione, perché colpisce il lettore, molto più di quanto non possa fare la normalità della teoria, e in questo senso raccontare la scienza per paradossi è impresa che ha sempre rivestito un notevole fascino.
Ci sono anche dei paradossi storici (come quello del barbiere o del cretese) che sottendono passaggi logici molto sottili, ed hanno avuto come è noto la funzione opposta, di disarticolare una teoria ritenuta prima assai solida.
I paradossi di cui qui si parla sono del primo tipo. La clinica è disciplina molto pratica ed operativa, e proprio per questo l'emergere del paradosso non turba la teoria (ciò che ci si aspetta dai fatti) ma ha un suo significato di commento sulla realtà, che mi sembra assai interessante.
L'articolo di Fabio Mammano ha carattere in qualche modo introduttivo su un settore interdisciplinare che riveste il massimo interesse per chi abbia il gusto di avvicinare la scienza con intenti metascientifici, nel senso di cogliere i collegamenti della scienza con tutte le altre cose del mondo che scienza non sono.
L'analisi di interazioni molecolari nel contesto cellulare, di cui si parla nell'intervento, porta una visuale tipicamente riduzionistica e deterministica alle sorgenti del mondo biologico che è per sua natura antientropico. Sembra un paradosso, e configura quindi una situazione interessantissima. È del tutto ragionevole ritenere che i progressi che verranno fatti in questa direzione, potranno portare a informazioni e punti di vista forse rivoluzionari su punti cruciali delle nostre attuali visioni del mondo.
Questo tema avrà dunque un seguito (spero) nei prossimi numeri, dato l'interesse dell'argomento, e approfittando anche di una attività padovana di valore riconosciuto.
L'intervento di Massimo Pietroni sulla materia oscura è un paradossale accoppiamento di fascino e rigore. L'argomento della materia oscura presenta tutto il suo fascino già nel lessico che usa. Non è però facile da spiegare. Il primo compito del divulgatore è far capire al lettore comune che non si tratta di materia per qualche ragione non illuminata e non illuiminante, ma di ben altro. La caccia agli Wimp, di cui ci racconta Pietroni, sarà probabilmente uno degli eventi più interessanti da raccontare nel prossimo futuro della nostra scienza.
Per quanto riguarda le rubriche e i contributi dei corsisti, vorrei portare all'attenzione del lettore la vasta vetrina di mostre e convegni scientifici che presenta in questo momento Padova, e su cui viene data nel giornale ampia informazione.
(gp)