(Copenaghen, 7 ottobre 1885 – Copenaghen, 18 novembre 1962)
Fisico danese, i cui contributi alla comprensione della struttura atomica e alla meccanica quantistica lo portarono al Nobel nel 1922 “per i suoi servigi nell’investigazione della struttura degli atomi e della radiazione da essi emanata”. Prese parte al progetto Manhattan e fu uno dei fisici più influenti del 20° secolo.
Figlio di buona famiglia, il padre professore universitario di fisiologia e la madre proveniente da un’importante famiglia ebreo-danese di bancari e parlamentari, Bohr si iscrive all’università nel 1903 studiando filosofia e matematica. In seguito alla vittoria ad un concorso indetto dall’Accademia Danese di Scienze e Letteratura nel 1905, grazie agli esperimenti condotti nel laboratorio del padre sulle proprietà della tensione superficiale, il giovane Niels cambia indirizzo ai suoi studi dedicandosi alla fisica
Consegue il dottorato nel 1911 sotto la guida di Christian Christiansen. Come studente post-dottorato conduce i suoi primi esperimenti in Inghilterra, prima a Cambridge, sotto J.J. Thomson, e poi a Manchester, sotto E. Rutherford. Basandosi sulle teorie di Rutherford, Bohr pubblica il suo modello di struttura atomica (con gli elettroni in orbita attorno al nucleo) nel 1913, che spiega una gran parte delle proprietà chimiche degli elementi come conseguenza del numero degli elettroni presenti nelle orbite esterne. Bohr introduce inoltre l’idea, alla base della teoria dei quanti, che un elettrone possa passare da un livello energetico maggiore ad uno minore emettendo un fotone (o quanto di luce) di energia discreta.
Nel 1912 sposa Margrethe Nørlund, da cui ha sei figli. Due muoiono giovani, gli altri avranno vite di successo. Addirittura, suo figlio Aage Niels Bohr seguirà le orme del padre fino a conseguire il Nobel per la fisica nel 1975 (assieme a Ben Mottelson).
Nel 1916 diventa professore all’università di Copenhagen e nel 1921, con l’assistenza del governo danese e della Fondazione Carlsberg, fonda e dirige l’Istituto di Fisica Teorica, un punto di riferimento per i fisici teorici degli anni ’20 e ’30. Nel ’22 vince il Premio Nobel. Nello stesso anno conosce Werner Heisenberg, che gli fa da assistente tra il ’24 e il ’25 e tra il ’26 e il ’27. La loro amicizia prosegue fino al 1941, quando cessa a causa della guerra. Nel 1943, Niels Bohr scappa in Svezia e da lì a Londra, evitando l’arresto da parte del regime nazista per via delle sue origini ebraiche.
È di Bohr il Principio di Complementarità, sulla base del quale si regge il dualismo onda-particella. Egli sviluppa con Einstein un interessante dibattito, durato fino alla loro morte, sulla bontà di tale principio e sul determinismo della meccanica classica contrapposto al probabilismo della meccanica quantistica.
Dopo la fuga dalla Danimarca si trasferisce sotto falso nome in America, nel New Mexico, e partecipa al progetto Manhattan, nei laboratori di Los Alamos. Il suo ruolo è più quello di “padre confessore” che di ricercatore, ma la sua influenza è notevole.
Bohr è convinto che una collaborazione tra America e Russia avrebbe portato a risultati rapidi, ma si scontra con il netto rifiuto dell’Inghilterra (alleata degli Stati Uniti) alla sola idea, e deve abbandonare il proposito. Solo negli anni ’50, dopo aver scoperto che l’Unione Sovietica aveva sviluppato armi nucleari indipendentemente dagli Stati Uniti, fu possibile creare l’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica, secondo la vecchia proposta di Bohr.
Alla fine della guerra Bohr torna a Copenhagen, dove invoca l’uso pacifico dell’energia nucleare. Muore nella sua città nel 1962.