Non possiede un briciolo di vanagloria cattedratica, o la spocchia della sapienza. Neppure la rigidità del manuale. Piuttosto spiega, con metafore efficaci, gli arcani dell’astronomia, facendo a meno di qualunque tipo di sofisticazione.
Si intitola “I piedi per terra” (ADV, pp. 91, € 10,00), appena pubblicato, e ha poco a che vedere con le classiche interviste: una chiacchierata informale e atipica di Marco Alloni, giornalista da dodici anni per la Radio e Televisione Svizzera, con Margherita Hack.
Sette sezioni per altrettanti temi: non solo lo studio dei corpi celesti in senso canonico, ma anche la politica, l’etica e la religione. Argomenti che l’astronoma toscana ha sempre avuto a cuore, seppur con il solito piglio iconoclasta e dissacratore.
Si parte più o meno così: scienza versus filosofia. Se la prima ci spiega il come dell’esistenza, la filosofia cerca di indagarne il perché, quello heideggeriano, il perché dell’essere. Ma il come e il perché viaggiano paralleli.
In fondo, le curiosità che orbitano- è proprio il caso di dirlo- intorno all’astronomia, sono da sempre quelle legate all’origine e alla fine della vita. 13 miliardi e 700 milioni di anni fa, è cominciata l’espansione dello spazio. << Ma quello che si chiama Big Bang, per esempio, è davvero l’inizio dell’universo? Oppure l’universo è sempre esistito, infinito nel tempo e nello spazio?>>.
E per spiegarlo, quale miglior esempio di comunicazione scientifica, se non quello di paragonare lo spazio <<alla pasta di un dolce che lievita>>? Nella pasta che sta lievitando sono immerse delle noccioline, poi man mano che la pasta si gonfia sotto l’azione del lievito, tutte le noccioline si allontanano l’una dall’altra. Ma non sono le noccioline a fuggire (non sono cioè le galassie a scappare via l’una dall’altra) ma è lo spazio che si gonfia, trascinandole via. E ancora, poiché il lievito agisce simultaneamente in ogni punto della pasta, non esiste un centro da cui inizia l’espansione.
E quando le viene chiesto il motivo per il quale un neofita, dovrebbe interessarsi all’astronomia, Alloni si è sentito rispondere: <<Dovrebbe incuriosire molto sapere come abbiano fatto gli astronomi a misurare la temperatura, la densità o la composizione chimica delle stelle>>. Per il legame indissolubile che unisce l’uomo al cosmo, senz’altro. “Noi siamo figli delle stelle”, potrebbe essere questo il messaggio della lunga intervista, poiché dalle stelle più grosse si formano tutti gli elementi che noi conosciamo. <<O non siamo noi fatti di ferro, di magnesio, di calcio e tutta questa roba qua? La materia prima per la vita, gli elementi della vita, derivano direttamente dai processi stellari>>.
Così, quando Marco Alloni fa notare alla Hack che la mortalità delle stelle ha un che di rassicurante per l’uomo, poiché si è soliti associarle a corpi perpetui che non sconteranno mai la labilità e la precarietà alle quali sono soggetti gli esseri umani, la risposta, puntuale ed ironica è: <<Alla donazione degli organi ci pensiamo noi, a quella delle molecole ci pensa la natura. Di noi resteranno le molecole, gli atomi, e certamente questi serviranno a fare qualcos’altro>>.
Lucida esploratrice dell’estremamente grande e dell’estremamente piccolo, non ha perso l’occasione offerta da Marco Alloni, per demistificare il Sole, ma senza offuscarne il romanticismo, perché “non è speciale, ma è una stella comune”.
Un testo tascabile per una lettura del mondo con gli occhi in su. Ma con i piedi ben ancorati a terra.
(valentina murrieri - studentessa del master 2009)
Margherita Hack e Marco Alloni
I piedi per terra
ed. ADV (2009) - Prezzo 10,00 Euro